KETCHUP

Gual Vadillo Xavier - Ketchup

franchi

Gual, narratore spagnolo classe 1973, laureato in Filologia Catalana, insegnante, ha pubblicato in patria raccolte di racconti (“Delirium tremens”, 2000 ed “Estem en contra”, 2007) e due romanzi: “Els tripulants” (2000) e questo “Ketchup” (2006), primo ad apparire in Italia. È un romanzo giovanilista, metropolitano e citazionista. Nasce come paradigma della gioventù di Barcellona: una gioventù non estranea alla droga – consumata e spacciata: saggio e suggestivo sarebbe compararla a quella degli “Interessi in comune” del nostro Santoni, da questo punto di vista – alla violenza, alla superficialità e alla negligenza: più che incosciente, tuttavia, si direbbe innocente e abbandonata a se stessa. È selvatica, e amorale: non immorale. Vuole recuperare la sua identità, ma ha dimenticato dove s’è nascosta.

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    * Tecnica di scrittura: rapida, cinematografica, iperdialogica; contaminata dallo slang. In un certo senso, questo è cinema che contamina la letteratura, e letteratura che nasce per essere cinema. Letteratura occidentale, antagonista e ribelle: l’incipit – pericolo di morte per il protagonista – è sostanzialmente quello di "Fight Club" di Palahniuk. Con la storia che parte in analessi. Quindi, sguscia "Trainspotting": ben riconoscibile, come variazione sul tema, direi…

Fai i compiti, finisci gli studi, cercati un lavoro dignitoso… O è meglio vendere pastiglie, guidare come un pazzo e credere nello stupido numero del "Ketchup"? Dov’è il tuo futuro? Con che carte giochi? Scegli!"

Quindi o l’autore giudica gli spagnoli (e gli italiani) lettori smemorati, oppure vuole dire subito di chi è figlio. Diciamo più di Welsh che di Palahniuk, e diciamo immediatamente che non c’è nessuna pretesa di originalità diversa dall’ambientazione. Non è un male, ma nessuno potrà scrivere che siamo di fronte a uno scrittore sperimentale.

Il protagonista, Miguel Hernàndez detto Miki, ha due sogni: essere il re del quartiere e guidare una macchina da schianto. Sì, andiamo rasoterra. Senza paura. Spaccia droga. Ha una ragazza – dialogano smozzicando pezzetti di vita – e molte insicurezze. L’assenza del padre potrebbe esserne una causa, ma non è un’anomalia da trentacinque anni a questa parte, nelle società occidentali. Prendiamone atto, ma non mi sembra determinante. Intanto, il ragazzo "lavora" e cerca impieghi ufficiali, invano; va allo stadio; rischia grosso. Succede. Il tutto frammentato - ecco l’intento paradigmatico, e la parte più seducente del romanzo – da voci della sua società e del suo tempo: un professore, che monologa sulle desolate condizioni di lavoro dei docenti; un pusher adulto, che monologa sulla droga consapevole; un neonazista, che monologa sulla pulizia etnica; una pornostar, che racconta la sua storia e i suoi sogni, erotici; la lettera del Presidente, quella di una corsara e quella di presentazione di un videogioco violentissimo. Non manca la voce della mamma, preoccupata e ansiosa; ma curiosamente comprensiva.

Slang e postrealismo: frustrazione e sofferenza d’una generazione povera - da tutti i punti di vista – e incerta, esteticamente e politicamente. Cos’è il Ketchup? Ce lo spiega un nazista, pure avversato, in parte, dal protagonista:

"È l’invasione yankee dove tutto ha lo stesso sapore! Sapore di ketchup. È la salsa e il simbolo della loro insipida conquista. Non sopporto l’imposizione di questo stile di vita. Di loro mi piace soltanto una cosa, la «k», e non esattamente quella di «ketchup», ma la «k» di Ku Klux Klan!".

Gual – abbiamo capito – vuole raccontarci l’identità autentica di Barcelona. Svelandola, si mostrano tutte le perdite di consapevolezza, e di personalità: anche nell’approccio autoriale (paradosso o forse no…). Il modello angloamericano ha fallito, ma le conseguenze le paghiamo tutti noi europei. Il ketchup è una macchia rossa sul sogno dell’identità europea; non certo la fine della battaglia.

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 Gual non cede, in questo senso. I suoi personaggi parlano una lingua viva e popolana. Gual è un letterato puro.

Fotografia shock, divertente e caustica d’una provincia decisamente estranea alla propaganda catodico-governativa italiota, “La spacciatrice viola” è il film del nero presente d’una generazione egoista e protagonista: estranea alle regole, a volte sconosciuta a se stessa, rispetta soltanto le proprie pretese. Sbuffando, infine, ti volta le spalle. Disinvolta. “Ketchup”, invece, sembra voler ribadire che l’americanizzazione può e deve conoscere fine; che certi modelli sociali e comportamentali possono attecchire ma non possono sostituirsi ai precedenti; che qualcosa di peculiare rimane, e si rivolta; che possiamo raccontare decadenza, vizi, sbagli e quotidianità delle nuove generazioni, infine, convinti che serva a restituire loro quanto hanno perduto nel secondo Novecento: l’identità, la patria, l’ideale: la famiglia, l’equilibrio, il senso. Di tutto.


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EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Xavier Gual Vadillo è nato a Sant Andreu de Palomar (Barcelona) nel 1973. Laureato in Filologia Catalana presso l’Università di Barcelona, lavora come insegnante nei Licei e collabora con diversi periodici, come l’AVUI. "Ketchup" è il suo secondo romanzo.

Xavier Gual, “Ketchup”, Castelvecchi, Roma 2009. Collana “Narrativa”. Copertina di Maurizio Ceccato. Traduzione di C. Falcinella.

Approfondimento in rete:

Sito ufficiale dell’artista: www.xaviergual.com/

Bio ben fatta: www.escriptors.cat/autors/gualvadillox/pagina.php?id_sec=563

Gianfranco Franchi, “Lankelot”. Agosto 2009.

Parte dei contenuti di questo articolo sono inclusi nella bandella dell’edizione Castelvecchi, 2009.

K "La libertà non esiste. La vita ti dà soltando due posibilità: entrare a far parte del gregge o morire". Questa è la massima che ti passa per la testa quando hai un coltello alla gola. Il destino ti annuncia che morirai giovane, ma tu sei nato per rischiare. "Entrare a far parte del gregge o morire"... Fare i compiti, finire gli studi, cercarsi un lavoro dignitoso... O è meglio vendere pasticche, guidare come un pazzo e credere nello stupido trucco del "Ketchup"? Dov'è il tuo futuro? Con che carte giochi? Scegli! Ignoranza e frustrazione o ribellione cieca? Hai due possibilità. Soltanto due. "Cosa c'è, Miki? Senti il coltello troppo vicino?". Decidi.



 

XAVIER GUAL /// CASTELVECCHI, 2009